PERCHE' LA DISTRUZIONE DELL' ITALIA E' SICURA



Penso che questo paese sia irriformabile, e la spesa pubblica sia ingovernabile.
Non c'e' speranza: ormai la quantita' dei parassiti che vivono, in un modo o nell'altro, di stato, sono troppi. I "Produttori", cioe' coloro che producono beni e servizi realmente utili e sono soggetti al giudizio del Mercato, non sono piu' in grado di mantenere tutta questa gente.




Chi sono i parassiti?

Naturalmente la malavita organizzata.. mafie, 'ndranghete, camorre..

Poi associazioni simil-massoniche fra malavitosi, professionisti, imprenditori e politici capaci di brigare per mangiarsi il denaro pubblico.

Sono parassiti i falsi invalidi, coloro che percepiscono un reddito senza lavorare, i burocrati di stato pagati piu' di un capo di stato, ed i parlamentari pure strapagati...

Attenzione, pero': c'e' anche tanta gente "per bene" che ha contribuito e contribuisce tutt'ora a questo disastro. E la vera tragedia, secondo me, e' proprio questa!

Consideriamo per esempio gli impiegati pubblici... volendo rimettere a posto i bilanci della baracca, sarebbe necessario licenziarne in quantita', perche' il confronto con gli altri paesi europei dimostra un evidente esubero, sopratutto al Sud...
Secondo voi, questa gente voterebbe mai un partito che volesse costituire un governo determinato a licenziarne un buon terzo?
Evidentemente, no: nessun tacchino attende con impazienza il Natale...

Consideriamo ancora i "collettivisti", cioe' coloro che per convenienza o ideologia (comunisti, socialisti, fascisti, socialdemocratici...) credono nell'opportunita' di una gestione statale dei principali servizi (previdenza, sanita', istruzione...), e nell'opportunita' di una "ridistribuzione della ricchezza" ... nel welfare state, insomma.
E quindi, per mantenere tutto questo: tasse, tasse, tasse.. e la mitologia dell'evasore fiscale come causa di tutti i mali..
Presi singolarmente, possono essere ottime persone, ma di fatto quel loro tipo di mondo, fino ad oggi, ha dimostrato di essere economicamente insostenibile, e destinato a distribuire miseria per tutti.



Ebbene, penso che anche queste persone abbiano contribuito grandemente al disastro, secondo meccanismi del tutto sovrapponibili a quelli che hanno distrutto i paesi del socialismo reale: espropri, burocrazia potente ed asfissiante, sprechi, disorganizzazione, sciagurata pianificazione di stato, scoraggiamento del lavoro e dell'impresa privata, mantenimento a spese dello stato di tanta gente che avrebbe potuto essere autonoma...


Come il Lettore puo' comprendere da solo, la somma di farabutti ed irresponsabili porta ad un numero troppo elevato di potenziali elettori. Possiamo anche andarci, a votare, ma mai ne uscira' una politica virtuosa, visto che in democrazia quello che conta sono i voti, e la maggioranza e' questa. Non si uscira' dalla crisi con la politica, no. Se ne uscira' solo quando saranno finiti i soldi e tutti, per vivere, dovranno lavorare ed essere autonomi, senza aspettarsi aiuti dallo stato.


Quando gli autonomi avranno chiuso o delocalizzato, tocchera' ai loro dipendenti perdere il lavoro.
Quando i disoccupati (autonomi e loro dipendenti) saranno troppi, tocchera' ai pensionati perdere le rendite, visto che nessuno versera' i contributi previdenziali.
E se Dio vuole - se lo meritano - quando nessuno (autonomi, dipendenti, pensionati) sara' piu' in grado di pagare tasse, anche i dipendenti pubblici saranno licenziati. A questa gente auguro, una volta licenziati, di tentare di sopravvivere inventandosi un lavoro autonomo, affinche' possano subire le stesse angherie e sopprusi che loro stessi hanno dispensato.


Nessun risultato mi aspetto poi dalla lotta all' "evasione fiscale", che tanto piace ai nostri bravi amministratori, che evidentemente stanno cercando un capro espiatorio da offrire - al proprio posto - ad una folla impazzita. E'conseguenza del famoso slogan: "Pagare tutti per pagare meno".
In realta', non esiste nessuna evidenza del fatto che se pagassimo tutti, pagheremmo di meno. Anzi... L'analisi dell'andamento delle entrate fiscali, della spesa pubblica, e delle aliquote applicate, mostra chiaramente che le tasse applicate non sono state condizionate dal gettito ottenuto (in un modo o nell'altro), ma dalla spesa pubblica.
Per stessa ammissione degli estorsori, la lotta all' "evasione fiscale" ha dato entrate crescenti nei decenni. Lasciamo perdere il fatto che spesso quel denaro non provenisse dall'evasione.. c'era.
Se ci fosse stato un "budget" da raggiungere, ad un certo punto le tasse si sarebbero fermate, e magari avrebbero cominciato a scendere.
Le avete viste mai calare, voi? NO.

Perche' le tasse imposte non dipendono dal gettito ottenuto, ma dalla spesa pubblica. A questi signori (parlamentari, burocrati ....) date pure tutto il denaro che volete: lo spenderanno comunque tutto, per alimentare le loro clientele. NON BASTERA' MAI.


E' sulla spesa pubblica che si deve agire, non sull'evasione! Occorrono tagli poderosi alla spesa pubblica, che non si faranno MAI, per i motivi elencati all'inizio di questo capitolo.





Se dovessimo accettare l'affermazione di Friedman sopra riportata, anzi, potremmo perfino aspettarci che se realmente lo stato dovesse riuscire a fare un' efficace "lotta all'evasione", questo potrebbe provocare un rapido crollo dell'economia del paese. Perche' anche gli evasori consumando, continuano a dare lavoro ad altri, e addirittura pagano delle tasse (l' IVA).
Quindi vedete bene da soli, che anche su questo versante lo stato sta sbagliando tutto.
D'altra parte, gli evasori ci sono sempre stati, anche durante il "boom economico" dell'immediato dopoguerra, eppure non lo hanno impedito..
L'unico modo per contrastare l'evasione fiscale, e' nel mantenerle basse. Prescott ricevette un nobel per l'Economia dimostrandolo, ed il concetto e' ben noto nella scienza economica ( Curva di Laffer).
Ma per abbassare le tasse e' necessario abbassare la spesa pubblica, partendo prima di tutto da quella improduttiva (stipendi mostruosi, licenziamento degli esuberi.. ), introducendo riforme strutturali che aumentino la responsabilita' dei territori (Federalismo e costi standard voluti dalla Lega Nord) e solo in un secondo tempo, se strettamente necessario, mettendo mano altrove.
Ebbene, di tutti questi provvedimenti non v'e' la minima traccia: la spesa pubblica continua a crescere, gli stipendi dei burocrati pure, il Federalismo e' stato chiuso in un cassetto...

Quindi, cari Lettori, rassegnatevi: non c'e' scampo. Cercate semmai di sopravvivere al disastro, perche' solo chi sopravvivera' potra' partecipare alla ricostruzione.